Imprese
e loro statuti
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Cass., 23 giugno 2001, n. 8621; M. Z. S.n.c. c. B.
Può configurarsi una cessione di
azienda nella aggiudicazione effettuata da un fallimento, anche se questo
non abbia proseguito lattività dimpresa con lesercizio
provvisorio.
Costituisce valutazione di fatto, incensurabile
in Cassazione, laccertamento se nella aggiudicazione di beni da
parte di un fallimento si realizzi un trasferimento di azienda ovvero
di beni aziendali non costituenti un complesso funzionale.
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Trib. Macerata, ordin. 17 agosto 2002; Tommasoni c. Tommasoni, Iternova
s.r.l. ed altri
Non può essere iscritta nel registro
delle imprese la domanda giudiziaria di impugnazione della deliberazione
con cui lassemblea di una società di capitali abbia deciso
di azzerare e ricostituire il capitale sociale.
Concorrenza
ed antitrust
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Corte Giust. C.E., 4 giugno 2002; Commissione delle Comunità
Europee c. Repubblica Francese
Sono contrarie al principio di libera
circolazione dei capitali sancito dallart. 56 del Trattato CE
le norme di uno Stato membro che, istituendo in una società per
azioni la golden share a suo favore, prescrivono la previa autorizzazione
dello stesso Stato per ogni superamento di determinati limiti massimi
di partecipazione azionaria o di diritti di voto, nonchè il diritto
di opposizione alle decisioni di cessione o attribuzione a titolo di
garanzia della maggioranza del capitale di consociate della società
stessa.
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Trib. 1° grado C.E., 6 giugno 2002; Airtours plc c. Commissione
delle Comunità europee
Va annullata la decisione della Commissione
Europea che ha vietato una operazione di concentrazione, ritenendo che
essa creerebbe una posizione dominante collettiva, senza dimostrare,
però, che la stessa operazione costituirebbe un ostacolo significativo
ad una effettiva concorrenza nel mercato di cui trattasi.
Proprietà
intellettuale
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Corte Cost., 10 maggio 2002, n. 173
Non sono costituzionalmente illegittimi
per eccesso di delega gli artt. 2 e 127 del T.U. dei beni culturali
ed ambientali, in quanto è solo apparente, ma non reale, la modificazione
alle disposizioni penali della legge n. 1062/71, che non risultano ristrette
nella loro portata applicativa (in particolare, la punibilità
non è esclusa in relazione ad opere di autori viventi o la cui
esecuzione non risalga ad oltre 50 anni).
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Corte Giust. C.E., 25 giugno 2002, causa C-66/00; Consorzio Formaggio
Parmigiano Reggiano c. Bigi
Il regime derogatorio istituito dal regolamento
CEE 14 luglio 1992, n. 2081, relativo alla protezione delle indicazioni
geografiche e delle denominazioni dorigine dei prodotti agricoli
ed alimentari, non vale per i prodotti originari dello Stato membro
che ha ottenuto la registrazione della denominazione di origine protetta,
con conseguente illegittimità della immissione in commercio di
prodotti non conformi ai relativi disciplinari.
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Corte Giust. C.E., 12 novembre 2002, proc. C-206/01; Arsenal Football
Club plc c. Reed
Qualora un terzo faccia uso, nel commercio,
di un segno identico a un marchio dimpresa validamente registrato
su prodotti identici a quelli per i quali è stato registrato,
il titolare del marchio può opporsi a tale uso, ancorché
il detto segno, nel contesto di tale uso, venga percepito come una dimostrazione
di sostegno, fedeltà o appartenenza nei confronti del titolare
del marchio.
Società
e gruppi
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Cass., 23 novembre 2001, n. 14865; Luzi c. Di Gregorio
I sindacati di voto accordi
atipici volti a disciplinare, in via meramente obbligatoria tra i soci
contraenti, il loro esercizio di voto in assemblea sono validi,
siccome il vincolo che discende da tali patti opera su un piano diverso
da quello della organizzazione societaria, e ciò vale anche nel
caso in cui essi riguardino la nomina degli amministratori.
Qualora un sindacato di voto sia stato
stipulato per una durata indeterminata o eccessiva, non si verifica
la nullità di tale patto parasociale, essendo applicabile il
principio del recesso unilaterale con effetto ex nunc.
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App. Roma, 4 maggio 2002; Sfit s.p.a c. Sitav s.p.a.
È annullabile la delibera del Consiglio
di Amministrazione di una società per azioni, con la quale venga
aumentato il capitale sociale in misura superiore a quanto deliberato
dallassemblea straordinaria della società, a nulla rilevando
che la stessa assemblea avesse delegato il Consiglio a successivi aumenti,
senza però modificare esplicitamente latto costitutivo,
determinando così una illegittima deliberazione implicita dellassemblea.
La delibera consiliare di aumento di capitale,
pur connessa con la delibera assembleare da cui promana, costituisce
atto autonomo, come tale impugnabile.
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Trib. Roma, 20 marzo 2002; Giessauf c. Birreria Viennese s.r.l.
Sono compromissibili in arbitrato le controversie
riguardanti le impugnazioni del bilancio di una società di capitali,
purché i vizi dedotti configurino la annullabilità e non
la nullità della deliberazione.
È legittima la delibera di approvazione
del bilancio, con la quale lassemblea di una società di
capitali abbia fornito integrazioni al progetto presentato dagli amministratori.
È nulla la delibera di approvazione
di un bilancio di una società di capitali, nel quale non siano
esplicitamente indicati gli ammortamenti delle immobilizzazioni, ovvero
non siano indicate nella nota integrativa le ragioni del mutamento dei
criteri di ammortamento.
Viola il principio di competenza, con
conseguente nullità della delibera di approvazione, il bilancio
di una società di capitali nel quale non siano iscritti gli importi
corrispondenti alle ferie maturate e non godute dai dipendenti nellanno,
ancorché tali ferie siano state integralmente godute nel primo
scorcio dellesercizio successivo
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Trib. Roma, 15 maggio 2002, n. 23860; Giessauf c. Birreria Viennese
s.r.l.
Sono compromissibili in arbitrato le controversie
riguardanti le impugnazioni di assemblea di una società di capitali,
qualora i vizi dedotti riguardino la violazione del diritto di informazione
del socio.
In una società di capitali viola
il principio di chiarezza il bilancio che, nel ricostruire la situazione
contabile della società, situazione mal tenuta dai precedenti
amministratori, non dà sufficiente conto dei criteri seguiti
per pervenire al risultato di esercizio.
In una società di capitali viola
il disposto dellart. 2423-bis e dell'art. 2427, n. 4, cod.
civ. il bilancio che, dando atto del mutamento dei criteri di valutazione
rispetto al passato esercizio, non evidenzi i criteri applicati negli
anni precedenti e quale effetto abbia prodotto il mutamento sul risultato
di esercizio.
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Trib. Roma, 15 maggio 2002, n. 23974; Giessauf c. Birreria Viennese
s.r.l.
Sono compromissibili in arbitrato le controversie
riguardanti le impugnazioni di assemblea di una società di capitali,
quando i vizi dedotti riguardino la composizione dellassemblea.
La non delegabilità della redazione
del bilancio, di cui allart. 2381 c.c., non impedisce agli amministratori
di avvalersi di esperti contabili per la sua stesura.
Non può essere inserita allattivo
del bilancio una pretesa creditoria contestata e priva di accertamento
giudiziale.
È legittimo lammortamento
diretto delle immobilizzazioni immateriali, in società che rediga
il bilancio in forma abbreviata.
Può non essere iscritto in bilancio
laccantonamento per ferie non godute, quando queste siano state
integralmente fruite allatto dellapprovazione della delibera.
In caso di redazione del bilancio in forma
abbreviata, deve essere indicata nella sola nota integrativa, e non
nel conto economica, la composizione della voce proventi ed oneri
straordinari.
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Cass., 9 maggio 2002, n. 6599; Distilleria A Marzadro s.n.c. c. Ministero
delle Finanze
Nella legislazione vigente lAmministrazione
Finanziaria non ha il potere di valutare la congruità dei compensi
corrisposti agli amministratori nelle società di persone, per
cui tali compensi sono deducibili come costi della società.
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Trib. Milano, 23 aprile 2002; Varasi ed altri
Esiste una continuità
normativa tra lattuale e la precedente normativa relativa al reato
di false comunicazioni sociali (artt. 2621 e 2622 cod. civ.), con la
conseguenza che, in un processo in corso al momento dell'entra in vigore
del D. Lgs. 11 aprile 2001, n. 61, non può essere disposto il
proscioglimento degli imputati ex art. 129 cod. proc. pen.
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Trib. Napoli, 29 maggio 2002; Ferlaino ed altri imp.
Esiste una continuità
normativa tra lattuale e la precedente normativa relativa al reato
di false comunicazioni sociali (artt. 2621 e 2622 cod. civ.), con la
conseguenza che, in un processo in corso al momento dell'entra in vigore
del D. Lgs. 11 aprile 2001, n. 61, non può essere disposto il
proscioglimento degli imputati ex art. 129 cod. proc. pen.
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Trib. Napoli, 28 maggio 2002; Giordano imp.
Non esiste una continuità
normativa tra lattuale e la precedente normativa relativa al reato
di false comunicazioni sociali (artt. 2621 e 2622 cod. civ.), richiedendosi
un evento in senso materiale, prima non integrante la fattispecie, ed
ora essenziale allesistenza del reato, laddove precedentemente
rilevava unicamente come circostanza e solo se il danno era di rilevante
gravità e direzionalmente subito dallimpresa.
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Cass. pen., 21 maggio 2002, n. 6921; Fabbri ric.
Dal raffronto tra le norme contenute negli
artt. 2621, 2622, 2623 e 2624 cod. civ., prima e dopo la riforma entrata
in vigore col decreto 61/2002, emerge che le differenze non sono strutturali,
ma riguardano modalità parzialmente diverse di difesa dello stesso
interesse tutelato, riflettendo politiche criminali diverse, con la
conseguenza che cè continuità fra le due fattispecie.
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Cass. pen., 3 giugno 2002, n. 21535; Kunz ric.
Il reato di bancarotta fraudolenta può
essere imputato a chi eserciti di fatto le funzioni di amministratore,
pur non essendone formalmente investito, senza che occorra imputargli
tale reato a titolo di concorso con lamministratore di diritto.
Per il reato di bancarotta documentale impropria
non cè una continuità normativa dopo lentrata
in vigore del D.Lgs. 11 aprile 2002, n. 61.
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Corte Giust. C.E., 5 novembre 2002, proc. C-206/01; Überseering
BV c. Nordic Construction Company Baumanagement GmbH (NCC)
Qualora una società costituita
conformemente alla normativa di uno Stato membro nel cui territorio
ha la sua sede sociale, viene considerata, in base al diritto di un
altro Stato membro, come se avesse trasferito la sua sede effettiva
in tale Stato, è illegittimo in quanto costituisce restrizione
alla libertà di stabilimento che questultimo Stato
neghi alla detta società la capacità giuridica e quindi
la capacità di stare in giudizio dinanzi ai propri giudici nazionali
per far valere i diritti derivanti da un contratto concluso con una
società stabilita nello stesso Stato.
Banca e contratti bancari
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Trib. Napoli, 5 novembre 2001; Unicredito Italiano s.p.a. c. De Luca
Assicurazioni s.a.s.
È
lecita, e non viola il disposto dellart. 1283 cod. civ., la clausola
di capitalizzazione trimestrale degli interessi in ambito bancario,
in quanto tale clausola costituisce un uso normativo assistito dalla
opinio iuris ac necessitatis.
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Trib. Enna, 23 novembre 2001; Vasques e Gibilisco c. Banco di Sicilia
s.p.a.
È lecita la clausola, prevista
nei contratti bancari, con la quale il tasso di interesse va determinato
con riferimento alle condizioni praticate usualmente dalle aziende
di credito sulla piazza.
Non viola lart. 1283 cod. civ. la capitalizzazione
trimestrale degli interessi nel contratto di conto corrente bancario,
al quale si applicano le norme previste, per il conto corrente ordinario,
dagli artt. 1823, 1825 e 1831 cod. civ., che costituiscono una eccezione
alle norme in tema di divieto di anatocismo. Daltra parte, la
stessa legge n. 154/1992 ha fatto riferimento alla capitalizzazione
trimestrale degli interessi.
La mancata tempestiva contestazione degli
estratti conto rende incontestabili le singole poste, ivi comprese quelle
relative alladdebito degli interessi.
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Cass., 16 maggio 2002; Azienda Agricola Fratelli Lanari s.r.l. c. Unicredito
Italiano s.p.a.
Le risultanze dellestratto di conto
corrente bancario, allegate dalla banca a sostegno della domanda di
pagamento del saldo, non solo legittimano lemissione del decreto
ingiuntivo, ma nel giudizio di opposizione hanno efficacia fino a prova
contraria.
La clausola del conto corrente bancario, secondo
la quale gli interessi dovuti dal correntista si intendono determinati
alle condizioni praticate usualmente dalle aziende di credito sulla
piazza, non è sufficientemente univoca e non può, quindi,
giustificare la pretesa al pagamento di interessi in misura superiore
a quella legale.
La capitalizzazione trimestrale degli interessi
dovuti dal cliente nel conto corrente bancario, in quanto basata su
un uso negoziale e non su una vera e propria norma consuetudinaria,
è nulla.
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Corte Cost., 25 febbraio 2002, n. 29
La norma del decreto-legge n. 394 del
2000, secondo cui nei mutui bancari la usurarietà degli interessi
deve essere valutata con riferimento al momento della loro pattuizione,
non è costituzionalmente illegittima, ancorché ne sia
prevista lapplicazione pure ai contratti in corso al momento della
sua entrata in vigore.
È costituzionalmente illegittima
la norma del decreto legge n. 394 del 2000, nella parte in cui ha stabilito
per gli interessi dei mutui bancari lapplicazione per le
rate scadenti in una data successiva di qualche giorno rispetto allentrata
in vigore del decreto-legge, anziché per le rate scadenti lo
stesso giorno della sua entrata in vigore di un tasso di conversione
(se più favorevole per il mutuatario).
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Trib. Roma, 3 maggio 2002; Corum Sud s.r.l. c. Italfondiario s.p.a.
A seguito della legge 24/2001, di interpretazione
autentica della c.d. legge antiusura, non può essere eccepito
il superamento del tasso soglia per i mutui contratti prima dellentrata
in vigore della legge.
I mutui a tasso variabile sono radicalmente
esclusi dallambito di previsione normativa della legge 24/01 in
merito ai tassi di sostituzione, in quanto in tale tipo di mutuo si
ha un adeguamento automatico dellinteresse alle condizioni di
mercato.
Borsa e strumenti finanziari
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Trib. Roma, ordin. 17 luglio 2002; Balducci Cadeaux s.r.l. c. Scip s.r.l.
ed altri
Nella procedura di dismissione del patrimonio
pubblico, ai sensi della legge n. 410 del 2001, per vendita in blocco
deve intendersi la contestualità della vendita di singole unità
immobiliari e non la vendita del complesso di unità immobiliasri
ubicate nel medesimo stabile, con la conseguenza che la mancata offerta
in vendita dei lotti, senza indicazione del prezzo base della singola
unità al momento della messa allasta del lotto aggregato
costituiscono lesione del diritto di prelazione previsto a favore del
conduttore dalla legge n. 392 del 1978.
»
Trib. Roma, ordin. 7 agosto 2002; Scip s.r.l. c. Carriage 26 s.r.l.
Nella procedura di dismissione del patrimonio
pubblico, ai sensi della legge n. 410 del 2001, per vendita in blocco
deve intendersi la vendita dellintero stabile, cioè una
vendita in massa, senza tener conto dei singoli beni che costituiscono
la partita; il conduttore di uno degli immobili compresi nella vendita
in blocco non ha perciò diritto né alla prelazione né
al riscatto previsti dalla legge n. 392 del 1978.
Procedure concorsuali
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Corte Cost., ordinanza 7 maggio 2002, n. 168
Sono manifestamente infondatate
le questioni di legittimità costituzionale dellart. 146
della legge fallimentare (nella parte in cui prevede la competenza del
giudice delegato che autorizzi lazione di responsabilità
a norma degli articoli 2393 e 2394 del codice civile nei confronti di
amministratori ed ex amministratori della società fallita
ad adottare le opportune misure cautelari, in luogo della normale competenza
ante causam del giudice) e dellart. 51, primo comma, n.
4, del codice di procedura civile (nella parte in cui non prevede lincompatibilità
del giudice delegato che abbia dato quella autorizzazione
ad adottare le misure cautelari).
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Corte Cost., ordin. 5 luglio 2002, n. 321; Bombini c. Fall. Bombini
È manifestamente infondata la questione
di legittimità costituzionale dellart. 147, legge fall.,
nella parte in cui non prevede un limite temporale, decorrente dalla
data della sentenza dichiarativa del fallimento principale, per la dichiarazione
del fallimento del socio occulto illimitatamente responsabile di una
società di persone.